Riapre la Grotta di Diana alla Villa d’Este di Tivoli, dopo circa cinquant’anni di chiusura e un meticoloso intervento di restauro durato due anni. Questa grotta, realizzata tra il 1570 e il 1572, è un capolavoro del periodo rinascimentale e costituisce una delle meraviglie architettoniche che arricchiscono il patrimonio della Villa d’Este, un sito UNESCO di straordinaria importanza.
La Grotta di Diana, incastonata nei pressi del Palazzo di Ippolito d’Este, è stata chiusa al pubblico negli anni Ottanta del Novecento. La sua riapertura è frutto di un impegno congiunto tra FENDI, noto marchio di moda italiano, e l’Istituto autonomo Villa Adriana e Villa d’Este – VILLÆ di Tivoli. Questo progetto di valorizzazione non solo segna il ritorno della Grotta alla fruizione pubblica, ma rappresenta anche un atto simbolico di amore per la cultura e la storia italiana.
La direttrice artistica di FENDI, Silvia Venturini Fendi, ha sottolineato l’importanza di questo restauro all’interno di un percorso secolare di tutela del patrimonio culturale italiano, che culmina proprio nel centenario dell’azienda. La grotta non è solo un’opera d’arte, ma anche un simbolo della bellezza e della creatività italiana, che merita di essere preservata e condivisa con le future generazioni.
Un capolavoro decorativo
Il richiamo dell’arte rinascimentale è palpabile all’interno della Grotta di Diana. Il suo ricco ciclo decorativo è caratterizzato da un mosaico rustico policromo, realizzato con materiali vari e preziosi come conchiglie, paste vitree e pietre semipreziose. Questi elementi, sapientemente combinati, generano effetti di luce e colori che conferiscono profondità e movimento alle superfici. Le scene marine, ad esempio, si animano grazie alle variazioni tonali, creando un’atmosfera quasi onirica.
All’interno della Grotta sono presenti undici scene figurate, ispirate alle Metamorfosi di Ovidio. Di queste, una è andata perduta e un’altra è in fase di identificazione, mentre le nove restanti sono perfettamente leggibili e raccontano storie mitologiche che affascinano i visitatori. Questi racconti non solo incantano con la loro bellezza visiva, ma offrono anche un importante spaccato della cultura e della mitologia del tempo.

Le cariatidi canefore, quattro delle quali sono ancora in situ, portano cesti colmi di frutti dorati sulla testa, simboleggiando l’abbondanza e la prosperità. Al centro della volta si erge un’aquila bianca, emblema della famiglia d’Este, che aggiunge un ulteriore strato di significato e valore storico all’opera.
Il restauro: un lavoro di precisione
Il restauro della Grotta di Diana non è stato un compito facile. Le analisi diagnostiche preliminari hanno rivelato un grave stato di degrado dei materiali e delle strutture. Le sculture a tutto tondo presentavano evidenti segni di deterioramento, con strati di malta e supporti metallici ossidati. I delicati materiali decorativi erano esposti a rischi di deterioramento accelerato a causa delle condizioni ambientali.
A partire dall’autunno del 2023, gli interventi di restauro si sono concentrati non solo sulla conservazione degli apparati decorativi, ma anche sulla salvaguardia delle strutture architettoniche. È stata prestata particolare attenzione alla protezione dalla corrosione e dall’erosione, causate dagli agenti atmosferici e dall’usura del tempo. La pavimentazione in ceramica, pur presentando segni di calpestio, è stata conservata in buone condizioni, il che ha permesso di mantenere una parte dell’autenticità della Grotta.
Il progetto di restauro ha mirato a restituire la Grotta di Diana alla sua gloria originale, permettendo a un pubblico moderno di apprezzare la magnificenza di questo spazio storico. Grazie a un’attenta valorizzazione, i visitatori ora possono immergersi in un ambiente che non solo incarna la bellezza artistica, ma anche la storia e la cultura di un’epoca.
Questa riapertura rappresenta una nuova era per la Villa d’Este e la Grotta di Diana, invitando tutti a riscoprire e celebrare un patrimonio culturale di inestimabile valore.