Ermal Meta: “Ho ritrovato le mie radici grazie a mia figlia e alla musica” Ermal Meta: “Ho ritrovato le mie radici grazie a mia figlia e alla musica”

Ermal Meta: “Ho ritrovato le mie radici grazie a mia figlia e alla musica”

È un’estate ricca di impegni e di novità per Ermal Meta, cantautore e scrittore di origini albanesi naturalizzato italiano, che sta portando avanti un progetto artistico e culturale di grande spessore, tra musica, letteratura e riflessioni profonde sulle proprie radici e identità. Attualmente impegnato in un tour che terminerà il 7 settembre al Teatro Romano di Verona, Meta ha recentemente pubblicato il singolo Ferma gli orologi e continua con le presentazioni del suo secondo romanzo, Le camelie invernali, che sarà protagonista il 30 luglio al festival Youth! Argentario a Porto Santo Stefano (GR), evento che celebra la cultura e la musica con ingresso gratuito e ospita artisti di rilievo nazionale e giovani talenti.

Un viaggio alle radici attraverso musica e letteratura

Nel corso dell’intervista rilasciata durante il festival, Meta ha raccontato il suo rapporto complesso con le origini albanesi, un tema centrale anche nel suo nuovo romanzo. “Mi sono sentito un disertore,” confessa, “perché quando si cambia terra, il nuovo ambiente modifica il nutrimento dell’anima. Per parlare una lingua diversa il cambiamento è rapido, ma per l’interiorità non è così.” Proprio questo senso di estraneità e di ricerca interiore emerge nel racconto de Le camelie invernali, una storia che intreccia misteri, vendette e violenze tribali ambientata in Albania, dove si fa riferimento anche all’antico e spietato codice del Kanun, una legge consuetudinaria che ha sopravvissuto nei secoli e che riflette l’aspetto più crudele e tribale di certe comunità.

Meta spiega di aver scelto di affrontare anche temi delicati come l’omosessualità in un contesto di negazione culturale, sottolineando come in Albania non esistesse neppure una parola per definirla. “Mi sono chiesto quali vite devastanti fossero costrette a vivere queste persone, in un contesto di totale negazione,” riflette il cantautore, che ha voluto unire alla narrazione una nota di speranza e fiducia nel futuro.

Un’artista poliedrico tra musica, famiglia e impegno sociale

Il video del singolo Ferma gli orologi mostra un lato più leggero e spensierato di Meta, ispirato anche dalla nascita della figlia. “Ci sono momenti nella vita in cui accettiamo pezzi di noi stessi, e questo sblocca pure i muscoli del viso,” dice sorridendo. Il cantautore, che è arrivato in Italia 30 anni fa con il sogno di fare musica ed è riuscito a conquistarsi il suo spazio, si dichiara soddisfatto del percorso fatto: “Non ho ragioni per essere cupo, ho il privilegio di essere ascoltato e vivo di quello che faccio e penso.”

Un altro importante capitolo della sua vita personale è l’accoglienza di due ragazze albanesi, che il cantautore e la compagna hanno accolto in casa, in attesa di formalizzare l’adozione al compimento della maggiore età delle giovani. “Non volevo più sentire quel silenzio dopo che se ne sono andate,” racconta Meta, sottolineando l’aspetto umano e solidale di questo gesto.

La musica come strumento di profondità e spettacolo

Meta riflette anche sul ruolo delle canzoni e della musica nella società contemporanea: “La musica ha il potere di raggiungere parti dell’essere umano difficili da toccare. Oggi forse c’è troppa semplicità nella musica.” Riguardo alla spettacolarizzazione dei concerti negli stadi, fenomeno in crescita e spesso dibattuto, spiega: “Gli spettacoli di grandi dimensioni sono di scuola americana, sono show totali. Chi va li desidera così, e non si distraggono dalla musica. Se vuoi solo canzoni, vai a un altro tipo di evento.” Meta invita ad aprire la mente verso una diversa concezione di spettacolo, riconoscendo il coraggio degli artisti che osano in questo senso.

Un passaggio significativo è dedicato al ruolo delle artiste donne in Italia, spesso bersaglio di critiche ingiuste: “Leggo commenti acidi contro Elodie e Annalisa perché usano il corpo. Ma Madonna o Dua Lipa non lo fanno? Le critiche nascono dal loro successo, mentre dovremmo avere grande rispetto per quanto hanno faticato.”

Un percorso artistico in continua evoluzione

L’attuale tour di Ermal Meta rappresenta l’evoluzione di quello teatrale, con arrangiamenti che cambiano continuamente e l’aggiunta di un terzetto d’archi, synth e loop, rendendo ogni serata uno spettacolo unico e in costante rinnovamento. Dopo il successo sanremese del 2018 con Non mi avete fatto niente in coppia con Fabrizio Moro, la sua carriera solista ha visto la pubblicazione di numerosi album acclamati e la collaborazione con importanti artisti italiani.

Meta non esclude un ritorno a Sanremo, ma per ora è concentrato sul tour e sulla scrittura. Intanto, continua a coltivare una carriera che affianca la musica alla letteratura, con un impegno sociale e culturale che lo rende una delle voci più interessanti del panorama italiano contemporaneo.

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