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Vittoria storica per i lavoratori: tutto il tempo passato in azienda va retribuito, quanto prendi in più

C’è una novità davvero importante per i lavoratori e per i loro stipendi: cosa ha deciso la Suprema Corte di Cassazione

Il 2024 rappresenta un anno di svolta per i diritti dei lavoratori che possono festeggiare una nuova importante vittoria e le conseguenze, in termini economici, delle quali potranno da ora in poi beneficiare. La decisione, del resto, è arrivata dalla Suprema Corte di Cassazione con un’ordinanza di recente emanazione che cambia tutto sul fronte della permanenza sul luogo di lavoro e del relativo stipendio.

Stipendi, vittoria dei lavoratori: cosa ha deciso la Cassazione (altaformazionemusicale.it)

Si stabilisce infatti che tutto il tempo passato in azienda deve essere retribuito e questa novità potrebbe rappresentare una vera svolta, dal punto di vista degli stipendi, per milioni di lavoratori.: ma questo cosa significa nel dettaglio e come si traduce in termini di importi? Scopriamolo insieme.

Il tempo di permanenza in azienda va retribuito: la decisione della Cassazione

L’ordinanza in questione è la numero 14848/2024 e va analizzata con attenzione per meglio comprendere come si traduca nei fatti. Nello specifico viene stabilito, per tutto il tempo di permanenza ‘effettiva’ del dipendente all’interno della sede di lavoro, il diritto a ricevere una retribuzione. Andando dunque ad includere anche i minuti che il lavoratore impiega per effettuare un’operazione quotidiana ed obbligatoria ovvero effettuare, all’ingresso della sede di lavoro, la timbratura del cartellino, nonché per le procedure di log on. Ma anche per la timbratura di uscita e per la procedura di log off.

La sentenza della corte d’appello di roma e della suprema corte di cassazione (altaformazionemusicale.it)

Tutto nasce da un ricorso presentato da un’azienda contro una precedente sentenza della Corte d’Appello di Roma. Ricorso che la Cassazione ha però respinto condannandola a versare, nei confronti di tre dipendenti, gli importi di 547, 467 e 513 euro. Di fatto secondo i giudici di merito il tempo necessario per accedere alla sede, timbrare il cartellino e accedere alla propria postazione è stato considerato “orario di lavoro effettivo” e, pertanto, soggetto all’obbligo, da parte del datore di lavoro, di retribuirlo in misura proporzionale allo stipendio del lavoratore.

Anche la Suprema Corte ha seguito la medesima linea rigettando il ricorso e confermando la decisione della Corte territoriale. Cinque minuti potrebbero sembrare ininfluenti se considerati singolarmente. Ma trattandosi di un beneficio quotidiano, gli stipendi di molti lavoratori potrebbero aumentare, nell’arco di un anno e grazie a questa recente sentenza, anche di diverse centinaia di euro.

Daniele Orlandi

Giornalista pubblicista dal 2012, ho collaborato con giornali cartacei e online, come social media manager e al coordinamento di redazione. Appassionato di musica, ambiente, architettura e arredamento.

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