Non si parla di una tassa vera e propria, ma l’uso dei condizionatori peserà sulla bolletta: ecco quanto costa davvero rinfrescare casa e come ridurre i consumi.
Con l’estate alle porte, in tanti stanno già correndo ai ripari. Chi prepara le valigie per qualche viaggio all’estero, chi opta per una fuga alle terme, chi invece sistema casa per resistere al caldo imminente. Ed è proprio tra le mura domestiche che si gioca la battaglia più insidiosa: quella contro l’afa estiva, sempre più intensa e precoce.
Ventilatori e climatizzatori tornano protagonisti delle giornate, ma accenderli potrebbe rivelarsi più caro del previsto. Si parla già, impropriamente, di una “tassa sui condizionatori”, ma in realtà si tratta di qualcosa di più concreto: l’aumento dei costi in bolletta, dovuto a un uso prolungato degli apparecchi e ai rincari dell’energia elettrica.
Climatizzatori e consumi: ecco cosa incide davvero sulla bolletta
La voce “tassa” è fuorviante. Non è stata introdotta nessuna imposta specifica sui climatizzatori, ma l’effetto è simile. Il maggiore consumo elettrico si traduce in spese mensili più alte, e con i rincari generali il peso sulle famiglie diventa sempre più concreto.
Il vero problema riguarda il costo crescente dell’energia e l’uso intensivo degli impianti, soprattutto durante i mesi più caldi. I condizionatori di vecchia generazione, appartenenti a classi energetiche basse (B o C), possono costare anche fino a 90 euro al mese, se usati per circa 8 ore al giorno.

I modelli più efficienti, come quelli in classe A++, riducono sensibilmente i consumi: la spesa mensile si attesta tra i 30 e i 45 euro. Ancora più contenuti sono i costi delle pompe di calore inverter ad alta efficienza, che permettono di raffrescare l’ambiente con una spesa di 25-40 euro al mese. Il problema è che questi impianti hanno un costo iniziale più alto, non alla portata di tutti.
Chi può permetterselo, fa un investimento che si ripaga nel tempo. Ma per le famiglie con meno disponibilità, il rischio è di dover scegliere tra comfort e risparmio.
Il clima impazzisce e la corsa al fresco diventa un problema
In molte zone d’Italia, le temperature estive sembrano arrivare sempre prima, anche se il meteo è diventato imprevedibile. In questi giorni, il Sud è stato colpito da raffiche di vento violente, accompagnate da allerte meteo, mentre in altre zone le massime restano contenute. Ma non è una buona notizia: il clima instabile è una diretta conseguenza del riscaldamento globale.
In un contesto del genere, chi ne ha la possibilità si affida ai climatizzatori per ritrovare un po’ di benessere tra le mura di casa. Eppure, proprio questo gesto quotidiano rischia di trasformarsi in un salasso in bolletta, soprattutto per chi non ha modo di ottimizzare i consumi.
C’è chi si organizza con temporizzatori, chi regola la temperatura sui 26 gradi per non stressare l’impianto, chi decide di usarlo solo in alcune ore del giorno. Sono piccoli accorgimenti che, nel complesso, possono fare la differenza.
L’alternativa? Investire in impianti più efficienti, anche se più costosi. In un’Italia dove il caldo estivo è sempre più lungo e aggressivo, rinfrescare casa non è più un lusso, ma una necessità da gestire con attenzione. E ogni grado in meno rischia di pesare parecchio sul portafoglio.