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Nuovo pericolo ai bar della spiaggia, lo servono senza dire niente: rischi grosso

Un episodio inquietante si è verificato recentemente in un bar situato sulla spiaggia, dove una bambina di un anno e mezzo ha subito un grave shock anafilattico dopo aver ingerito una brioche senza che i genitori fossero stati avvertiti degli ingredienti presenti nel prodotto.

Il fatto è avvenuto in una località balneare molto frequentata dell’Emilia-Romagna, dove la famiglia era in vacanza. La bambina, affetta da una severa allergia alle uova, ha consumato una brioche che apparentemente non riportava alcuna indicazione relativa alla presenza di questo allergene. Subito dopo aver mangiato, la piccola ha manifestato sintomi di shock anafilattico, una reazione allergica acuta che può mettere a rischio la vita se non trattata tempestivamente.

I genitori hanno prontamente chiamato i soccorsi, e grazie all’intervento rapido del personale medico la bambina è stata stabilizzata e trasportata in ospedale, dove le è stata somministrata la terapia necessaria. L’episodio ha suscitato preoccupazione tra i residenti e i turisti, evidenziando come la mancata informazione sugli allergeni alimentari rappresenti un rischio serio, soprattutto per i soggetti più vulnerabili come i bambini.

Normative e responsabilità nella comunicazione degli allergeni

Secondo il Regolamento UE n. 1169/2011, tutti gli esercizi pubblici che somministrano alimenti devono fornire informazioni chiare e precise riguardo la presenza di allergeni nei prodotti offerti. Questo obbligo include bar, ristoranti e stabilimenti balneari, che devono indicare in modo visibile e comprensibile tutti gli allergeni presenti, come uova, latte, frutta a guscio, glutine e altri.

Shock anafilattico per una brioche – Altaformazionemusicale.it

Nonostante la normativa sia chiara, in molte realtà turistiche si riscontra ancora una carenza nell’adozione di misure adeguate per tutelare i clienti allergici. I gestori spesso non forniscono informazioni sufficienti o non aggiornano correttamente le etichette degli alimenti, esponendo così i consumatori a rischi evitabili. Nel caso della bambina colpita da shock anafilattico, la mancata comunicazione ha avuto conseguenze gravissime.

Le associazioni di categoria e gli enti per la sicurezza alimentare hanno intensificato le campagne di sensibilizzazione rivolte a bar e chioschi sulla spiaggia, invitandoli a rispettare rigorosamente gli obblighi normativi e a formare il personale sulle tecniche di informazione e gestione delle allergie. In particolare, si raccomanda:

  • L’adozione di etichette dettagliate e aggiornate per tutti i prodotti venduti.
  • La formazione obbligatoria del personale per riconoscere e gestire le emergenze anafilattiche.
  • L’implementazione di protocolli chiari per la comunicazione degli ingredienti e la prevenzione delle contaminazioni crociate.

Inoltre, è fondamentale che i genitori e i soggetti allergici chiedano sempre informazioni dettagliate prima di consumare alimenti in luoghi pubblici, soprattutto in contesti come la spiaggia dove la rapidità del servizio può aumentare il rischio di errori.

Il recente caso di Rimini è un monito importante per tutto il settore della ristorazione balneare, sottolineando la necessità di una maggiore attenzione e rigore nella gestione degli allergeni, per garantire la sicurezza di tutti, specialmente dei più piccoli.

Clarissa Missarelli

Classe 1998, laureanda magistrale in Cinema, musica e arti della scena. Nella vita fotografo, ascolto, guardo e soprattutto scrivo: per la Stampa, per Framed Magazine, per Musidams Torino.

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