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Ne mangiamo tanto di questo frutto: all’interno ha insetti morti ma nessuno lo sa

Ci sono dei  frutti molto amati e apprezzati della nostra cucina, ma pochi conoscono la loro vera natura e cosa nascondono.

Questi deliziosi frutti, spesso consumati freschi, essiccati o utilizzati in ricette dolci e salate, non sono in realtà dei frutti nel senso tradizionale del termine. Infatti, i fichi sono fiori che si sviluppano in una struttura unica e affascinante, e la loro storia è intrisa di curiosità biologiche straordinarie.

Una delle scoperte più sorprendenti è che alcuni dei fichi che consumiamo possono contenere al loro interno delle vespe morte, un aspetto che solleva interrogativi e meraviglia sul ciclo della vita e sull’interconnessione tra le specie.

La struttura del fico: un fiore inaspettato

La prima cosa da sapere è che il fico appartiene alla famiglia delle Moraceae e il suo nome scientifico è Ficus carica. I fichi non fioriscono come la maggior parte degli altri frutti, come mele e pesche. Invece, il loro “frutto” è in realtà un’infiorescenza a forma di baccello, che ospita i fiori al suo interno. Questi fiori sono invisibili dall’esterno e si sviluppano in un ambiente protetto, dando vita a una struttura complessa che culmina nel fico che conosciamo e amiamo.

Ogni fico è composto da numerosi acheni, che sono i veri frutti contenuti all’interno della struttura. Questi piccoli frutti a guscio duro producono il caratteristico scricchiolio quando mordiamo un fico. Pertanto, quando ci sediamo a gustare un fico, stiamo in realtà consumando una serie di fiori e frutti in un’unica deliziosa esperienza.

Il ruolo della vespa del fico(www.altaformazionemusicale.it)

Ma dove entra in gioco la vespa? La chiave per comprendere la relazione tra fichi e vespe risiede nel processo di impollinazione. I fichi, a causa della loro particolare struttura, non possono essere impollinati dal vento o da insetti comuni come le api. Hanno bisogno di un impollinatore specifico: la vespa del fico, scientificamente nota come Blastophaga psenes. Questo insetto ha un ciclo di vita strettamente legato a quello del fico, creando un esempio di mutualismo obbligato, in cui entrambe le specie dipendono l’una dall’altra per la sopravvivenza.

Quando la vespa femmina entra in un fico maschio per deporre le sue uova, le sue ali e antenne si staccano a causa dello spazio angusto. Una volta all’interno, la vespa non può più uscire. Qui depone le sue uova e, nel processo, trasferisce il polline necessario per la fecondazione. Le larve si sviluppano all’interno del fico e, quando sono pronte, scavano un tunnel per uscire e continuare il loro ciclo vitale all’esterno. È la progenie femminile che esce dal fico, portando con sé il polline per impollinare altri fichi.

Fichi senza vespe: la partenocarpia

È importante notare che non tutti i fichi contengono vespe. Esistono varietà di fichi che si sviluppano attraverso un processo chiamato partenocarpia, in cui non è necessaria la fecondazione per la produzione del frutto. Questi fichi possono crescere senza l’intervento delle vespe e sono perfettamente commestibili. Questo meccanismo offre una sorta di “salvaguardia” per i consumatori che desiderano gustare i fichi senza preoccuparsi della presenza di insetti.

La relazione tra fichi e vespe è solo uno dei tanti esempi della meravigliosa complessità della natura. La simbiosi tra le specie mette in luce come la vita si interconnette in modi inaspettati e come ogni creatura, anche le più piccole, svolga un ruolo cruciale nell’ecosistema. La storia del fico e della vespa è un promemoria della bellezza e della fragilità della vita, invitandoci a considerare non solo ciò che mangiamo, ma anche il percorso che gli alimenti compiono prima di arrivare sulla nostra tavola.

In un mondo in cui spesso ci si concentra sui prodotti confezionati e sull’agricoltura industriale, conoscere la vera natura dei fichi e le creature che li abitano ci invita a riflettere su come scegliamo di relazionarci con il cibo e con la natura.

Roberto Arciola

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