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Mi hanno chiesto gli esami del sangue al lavoro, ma possono farlo? Cosa dice la legge e quando puoi opporti

La richiesta di esami del sangue durante il processo di assunzione è un argomento di grande rilevanza sia per i lavoratori che per i datori.

Molti candidati si trovano a dover affrontare questa richiesta, ma è fondamentale comprendere in quali circostanze essa sia legittima e quali diritti abbiano i potenziali dipendenti. Ecco il quadro normativo vigente in Italia, chiarirà i diritti dei lavoratori e fornirà indicazioni su come tutelarsi di fronte a richieste di questo tipo.

La richiesta di esami del sangue da parte del datore di lavoro non è una prassi automatica. La legge italiana, in particolare il Decreto Legislativo 81 del 2008, disciplina la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, stabilendo regole precise riguardo alla sorveglianza sanitaria. Questa sorveglianza è obbligatoria solo per quelle mansioni che comportano rischi specifici per la salute del lavoratore. Pertanto, non tutti i dipendenti possono essere soggetti a questa richiesta, ma solo quelli le cui mansioni possono influire sulla salute o sulla sicurezza.

In aggiunta, anche i Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL) possono prevedere disposizioni specifiche riguardo agli esami del sangue, delineando ulteriormente i contesti in cui tali richieste sono ammissibili. È quindi cruciale per i lavoratori informarsi sul CCNL applicabile al proprio settore per comprendere le eventuali modalità di sorveglianza sanitaria.

Quando è lecita la richiesta di esami del sangue?

La richiesta di esami del sangue è lecita in due situazioni principali:

  1. Sorveglianza sanitaria obbligatoria: Se la mansione svolta comporta rischi specifici, il datore di lavoro è tenuto a garantire la sorveglianza sanitaria, che può includere anche esami del sangue. Questi accertamenti sono essenziali per prevenire potenziali problemi di salute legati all’attività lavorativa.
  2. Previsioni del CCNL: Alcuni contratti collettivi possono esplicitamente richiedere esami medici preassuntivi, inclusi gli esami del sangue, per verificare l’idoneità del lavoratore rispetto alla mansione da svolgere.

Esistono diverse categorie professionali in cui la richiesta di esami del sangue è più comune. Alcuni esempi includono:

  • Lavoratori esposti a sostanze pericolose: In settori industriali dove i dipendenti sono a contatto con agenti chimici o biologici, gli esami del sangue possono essere utilizzati per monitorare l’esposizione a sostanze tossiche.
  • Settore sanitario: Gli operatori sanitari, come infermieri e medici, possono essere sottoposti a esami del sangue per verificare l’immunizzazione contro malattie infettive, essenziali per la sicurezza dei pazienti.
  • Settore trasporti e logistica: I lavoratori in questo settore possono essere sottoposti a controlli medici per accertare l’idoneità fisica e psico-attitudinale, inclusi test per sostanze stupefacenti e alcol.

Quali categorie lavorative possono essere soggette a richiesta di esami del sangue?(www.altaformazionemusicale.it)

Diritti del lavoratore

I lavoratori hanno diritti specifici quando si tratta di esami del sangue e di richieste di accertamenti sanitari. È importante che ogni lavoratore sia consapevole dei propri diritti, tra cui:

  • Consenso informato: Prima di sottoporsi a qualsiasi esame, il lavoratore deve essere informato sui motivi della richiesta e sui risultati attesi. Deve inoltre fornire il proprio consenso in modo esplicito.
  • Trasparenza: I datori di lavoro devono comunicare chiaramente le ragioni per cui gli esami del sangue sono richiesti e come i dati saranno utilizzati.
  • Tutela della salute e privacy: Qualsiasi trattamento dei dati deve avvenire nel rispetto della privacy del lavoratore, e gli esami devono riguardare esclusivamente la salute in relazione alla mansione specifica.

La questione della richiesta di esami del sangue durante il processo di assunzione è complessa e regolamentata da leggi e contratti collettivi. È fondamentale che i lavoratori siano informati sui loro diritti e sulle circostanze in cui tali richieste possono essere fatte, garantendo così una tutela adeguata della loro salute e della loro privacy.

Roberto Arciola

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