Questo provvedimento è stato concepito come una delle misure permanenti per migliorare la qualità dell'aria ed è stato concordato dalle Regioni Questo provvedimento è stato concepito come una delle misure permanenti per migliorare la qualità dell'aria ed è stato concordato dalle Regioni

“Le persone non possono permettersele”: Salvini a gamba tesa. Presto provvedimenti

La questione del blocco delle auto Euro 5  sta generando un intenso dibattito politico e sociale, fissato per il primo ottobre 2025.

Questo provvedimento è stato concepito come una delle misure permanenti per migliorare la qualità dell’aria ed è stato concordato dalle Regioni del bacino padano, che comprendono oltre alla Lombardia anche Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna. Tuttavia, le recenti dichiarazioni del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, hanno riacceso il dibattito sulla sostenibilità dei divieti e sulla loro efficacia nel contesto attuale.

Durante un intervento al Festival del Lavoro di Genova, Salvini ha espresso la sua contrarietà a queste restrizioni, sostenendo che la sostenibilità non dovrebbe passare attraverso la penalizzazione degli automobilisti che utilizzano mezzi di trasporto per motivi lavorativi. “Se milioni di italiani possiedono un’auto Euro 5, non è per scelta estetica ma per necessità economica”, ha affermato, evidenziando la complessità della situazione finanziaria che molti cittadini stanno affrontando. L’argomento di fondo è chiaro: il ministro teme che un divieto generalizzato possa colpire ingiustamente coloro che non possono permettersi di acquistare veicoli nuovi, elettrici o ibridi.

Obiettivi e criticità del divieto

Il divieto di circolazione dei veicoli Euro 5 diesel in Lombardia è stato pensato per ridurre le emissioni inquinanti e migliorare la qualità dell’aria, un obiettivo di primaria importanza per una regione che da anni affronta il problema dell’inquinamento atmosferico. Milano ha già anticipato tale divieto, attuandolo da giugno 2024 in diverse aree della città, tra cui l’Area C e l’Area B, zone con restrizioni al traffico per i veicoli più inquinanti. Tuttavia, l’efficacia di tali misure è stata messa in discussione, e c’è chi sostiene che la loro applicazione rigida possa avere effetti negativi sui cittadini, senza garantire miglioramenti significativi nella qualità dell’aria.

ebbene il loro obiettivo sia quello di garantire la sicurezza stradale
Possibili sviluppi futuri (altaformazionemusicale.it)

Franco Lucente, assessore regionale ai Trasporti, ha manifestato il proprio sostegno per una revisione del divieto, concordando con Salvini sull’importanza di trovare un equilibrio tra la necessità di ridurre l’inquinamento e le esigenze dei cittadini. “La sostenibilità non può essere perseguita solo attraverso divieti. Dobbiamo considerare le necessità e le possibilità delle famiglie e dei lavoratori”, ha dichiarato Lucente, aprendo così a un possibile dialogo tra le istituzioni per trovare soluzioni alternative che possano soddisfare entrambe le esigenze.

Le prossime settimane saranno decisive: la Giunta regionale, guidata da Attilio Fontana, dovrà affrontare la questione del divieto di circolazione dei veicoli Euro 5 diesel. Sebbene al momento non ci siano proposte concrete sul tavolo, è evidente che la questione è di grande rilevanza e richiede un’analisi approfondita. Le preoccupazioni espresse da Salvini e Lucente potrebbero portare a un posticipo del divieto, ma la decisione finale rimane ancora da definire.

In Lombardia, le politiche ambientali devono tenere conto delle specificità locali. La regione, nota per le sue sfide legate all’inquinamento atmosferico, ha bisogno di soluzioni realistiche e praticabili, in grado di garantire un miglioramento della qualità dell’aria senza compromettere la mobilità dei cittadini. L’intervento del governo centrale e la collaborazione con le amministrazioni locali saranno fondamentali per trovare un percorso che possa coniugare l’esigenza di un ambiente più sano con le necessità quotidiane dei lombardi.

Inoltre, la transizione verso una mobilità più sostenibile richiede non solo divieti, ma anche investimenti in infrastrutture verdi, come piste ciclabili e sistemi di trasporto pubblico più efficienti. Solo un approccio integrato e multisfaccettato potrà portare a risultati tangibili e duraturi. La Lombardia si trova quindi all’incrocio tra la necessità di agire per la salute pubblica e l’esigenza di non trascurare il benessere economico dei suoi cittadini. La decisione che verrà presa nei prossimi mesi avrà ripercussioni non solo sul traffico e sull’inquinamento, ma anche sulla vita quotidiana di milioni di persone.

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