Cristiano De André: “Cantare mio padre è un dovere verso le nuove generazioni”
Cristiano De André si prepara a un nuovo importante appuntamento dedicato all’arte e alla memoria del padre, Fabrizio De André, uno dei più grandi cantautori italiani. Il 6 agosto, nella suggestiva cornice della Fortezza di Mont’Alfonso a Castelnuovo di Garfagnana, nell’ambito della rassegna «Mont’Alfonso sotto le stelle», il figlio di Faber proporrà un concerto dal titolo «De André canta De André — Best Of Estate 2025», un viaggio emozionante attraverso venticinque brani che hanno segnato la storia della musica italiana.
Cristiano riprende un progetto iniziato sedici anni fa, un omaggio meticoloso e sentito alla figura di suo padre. «Ho selezionato i brani che ho riarrangiato nei quattro album dedicati a Fabrizio De André, il meglio di queste mie rivisitazioni», spiega l’artista. La scaletta spazia da Mègu megùn — celebre brano in genovese per il quale Gabriele Salvatores aveva realizzato un videoclip poco prima di vincere l’Oscar con Mediterraneo — a classici immortali come Bocca di rosa, La canzone di Marinella e Il pescatore. Questi pezzi abbracciano tematiche sociali, politiche, sentimentali e morali, «mali che, purtroppo, sono ancora attuali», aggiunge Cristiano.
Il tour è nato dal desiderio di Fabrizio De André di rinnovare la propria musica con nuovi arrangiamenti, affidando a Cristiano il compito di portare avanti questa eredità. «Dopo la sua scomparsa, ho sentito forte la responsabilità di far ascoltare alle nuove generazioni queste opere dal vivo», dichiara. Un gesto naturale e doveroso, che diventa anche un modo per sentirlo ancora vicino ogni sera.
Il rapporto fra Cristiano e Fabrizio non è stato sempre semplice. Il padre, infatti, sperava che il figlio intraprendesse una carriera di veterinario, cercando di proteggerlo dal confronto inevitabile tra padre e figlio, che però è avvenuto ed è stato anche doloroso. «Ogni volta che pubblicavo un mio pezzo, mi rimproveravano: “Carino, ma tuo padre…”», ricorda Cristiano. Nonostante ciò, ha scelto di seguire la propria strada artistica, preferendo «soffrire un po’ piuttosto che fare qualcosa che non mi piacesse». La chiamata di Fabrizio per partecipare come arrangiatore e musicista al tour Anime salve è stata per lui «il più grande riconoscimento».
Prima di accostarsi all’eredità paterna, Cristiano ha infatti costruito una carriera solista solida, con otto album pubblicati. Attualmente sta ultimando un nuovo lavoro discografico, che spera di presentare anche al Festival di Sanremo, riconoscendo l’importanza di una vetrina così prestigiosa e di un «bagno di folla» che definisce «divertente». Riguardo al successo recente, è rimasto colpito dall’accoglienza riservata alla nuova versione di Crêuza de mä, cantata con Bresh, che ha riscosso entusiasmo soprattutto tra i più giovani.
Proprio questi ultimi rappresentano una fetta importante del suo pubblico. «I giovani vengono ai concerti perché trovano nelle canzoni di mio padre risposte alle loro domande esistenziali, si sentono meno soli», osserva Cristiano con emozione. Quando gli si chiede se abbia una canzone preferita, risponde senza esitazione: «È impossibile ridurre Fabrizio De André a un solo brano. Le sento tutte anche un po’ mie, molte le ho viste nascere».
Nato a Genova nel 1962, Cristiano De André ha intrapreso la sua carriera musicale nel 1980, inizialmente con il gruppo Tempi Duri. Nel 1985 si è affermato anche come solista partecipando al Festival di Sanremo, dove ha ricevuto riconoscimenti importanti tra cui il Premio della Critica. Nel corso degli anni ha pubblicato numerosi album, arricchendo la scena musicale italiana con il proprio stile che spazia dal rock alla musica tradizionale, sempre con una forte matrice etnica.
Il suo percorso artistico è stato segnato anche da momenti difficili, come la perdita dei genitori e alcune vicissitudini personali, ma la musica è sempre stata per lui una fonte di rinascita. Dopo un periodo di pausa, ha ripreso la scena nel 2009 con il tour De André canta De André, che ha consacrato il suo ruolo di interprete e custode dell’eredità del padre.
Nel 2021 Cristiano ha fatto il suo debutto cinematografico con il docu-film DeAndré DeAndré – Storia di un impiegato, proiettato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, che racconta la storia e la musica di Fabrizio attraverso gli occhi del figlio.
La sua musica continua a essere un ponte tra passato e presente, un filo diretto verso un patrimonio culturale che non smette di parlare alle coscienze. Cristiano, con la sua voce e la sua sensibilità, si conferma così come uno dei protagonisti più significativi del panorama musicale italiano, capace di rinnovare continuamente l’opera paterna senza tradirne l’essenza.
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