Cani: arriva l’obbligo di patentino per alcune razze canine. Quali sono quelli interessati e per cui bisogna adempiere gli obblighi di legge?
In Italia, si profila una nuova misura legislativa che sta attirando l’attenzione di proprietari di cani, esperti del settore cinofilo e cittadini: l’introduzione di un patentino obbligatorio per i proprietari di 27 razze canine. Questa iniziativa, fortemente voluta da diverse regioni italiane, ha preso avvio in Lombardia, dove una proposta di legge dedicata alla gestione consapevole degli animali domestici è stata approvata all’unanimità. L’obiettivo di questa norma non è stigmatizzare le razze canine, ma piuttosto promuovere una cultura della responsabilità e della preparazione tra i proprietari.
Il contesto normativo e il perché del patentino per i cani
L’idea del patentino si inserisce in un contesto più ampio di regolamentazione e sicurezza pubblica, dove la relazione tra uomo e animale deve essere gestita con attenzione e competenza. Negli ultimi anni, si è registrato un aumento degli episodi di aggressività tra cani e comportamenti problematici, spesso causati da una mancanza di formazione e consapevolezza da parte dei proprietari.
La proposta lombarda prevede un percorso formativo strutturato in due fasi: una teorica e una pratica. Nella prima fase, i proprietari dovranno partecipare a un corso di almeno dieci ore, focalizzato su aspetti cruciali come la gestione del cane, la comunicazione e la condotta. La seconda fase richiede almeno sei ore di esercitazione pratica sul campo, dove il binomio uomo-animale potrà applicare quanto appreso in situazioni reali. Al termine di questo percorso, sarà somministrato un test denominato CAE-1, sviluppato in collaborazione con l’Ente Nazionale della Cinofilia Italiana, per verificare le competenze del proprietario e la capacità del cane di interagire in contesti potenzialmente critici.
Nel caso in cui il test non venga superato, sono previste misure correttive per l’animale, che possono includere l’obbligo di utilizzare guinzaglio e museruola al di fuori dell’ambiente domestico. Inoltre, l’Agenzia di Tutela della Salute (Ats) potrà disporre interventi comportamentali sotto la supervisione di un veterinario specializzato, per garantire che l’animale possa correggere eventuali comportamenti problematici. In situazioni più gravi, è previsto anche il sequestro dell’animale, che sarà affidato a strutture di accoglienza adeguate, con la possibilità di ripetere il test fino a tre volte in un massimo di tre mesi.
Le 27 razze canine coinvolte
Un aspetto significativo di questa proposta è la selezione delle 27 razze canine per le quali sarà necessario conseguire il patentino. A differenza di altre legislazioni che hanno stilato “black list” di razze da vietare, questa iniziativa si basa su una “save list” che include razze considerate più complesse da gestire. Tra queste, spiccano nomi noti come il rottweiler, il cane corso, il dogo argentino e l’american bulldog. Anche razze più comuni, come il pastore tedesco, sono incluse in questa lista, poiché si è ritenuto necessario garantire una gestione consapevole anche di esemplari frequentemente presenti nelle famiglie italiane.
La scelta di queste razze è stata effettuata tenendo conto di vari fattori, tra cui la forza fisica, l’attitudine alla difesa e la reattività, nonché segnalazioni pregresse di episodi problematici.
Questa proposta lombarda ha già stimolato un ampio dibattito tra le regioni, le associazioni cinofile e i professionisti del settore. L’obiettivo è promuovere una cultura della responsabilità nella gestione degli animali domestici, evitando restrizioni arbitrarie e valorizzando il legame tra cane e proprietario attraverso un percorso formativo ben strutturato. Se approvata dal Parlamento, questa misura potrebbe avere un impatto significativo su tutto il territorio nazionale, contribuendo così a una società più sicura e armoniosa.
