Partono i controlli dell’Agenzia delle Entrate e nel mirino del Fisco ci sono i possessori di partita iva: ecco perché.
L’Agenzia delle Entrate ha avviato una nuova campagna di controlli mirati sulle partite IVA, focalizzandosi sulle dichiarazioni fiscali relative agli aiuti di Stato ricevuti nel 2022.
L’obiettivo dell’Amministrazione finanziaria è verificare la correttezza delle informazioni comunicate e individuare eventuali errori, omissioni o usi scorretti del codice residuale 999 nei modelli fiscali. La misura è stata ufficializzata con un provvedimento del 5 giugno 2025.
Controlli mirati del Fisco sulle dichiarazioni e lettere di compliance
L’azione dell’Agenzia si concentra in particolare sulle dichiarazioni presentate nel 2021 tramite i modelli Redditi, IRAP e 770, con particolare attenzione agli aiuti di Stato erogati sia in regime ordinario sia sotto la normativa “de minimis”. Tra i principali problemi riscontrati emerge una gestione non sempre corretta dell’indicazione degli aiuti ricevuti, che in diversi casi ha impedito la corretta registrazione negli archivi pubblici, quali il Registro Nazionale degli Aiuti di Stato (RNA), il Sistema Informativo Agricolo Nazionale (SIAN) e il sistema SIPA dedicato al settore pesca e acquacoltura. Nei prossimi giorni, i contribuenti interessati riceveranno le cosiddette lettere di compliance, recapitate tramite posta elettronica certificata (PEC) o attraverso il Cassetto Fiscale.
Queste comunicazioni includono dettagli essenziali quali i dati identificativi del contribuente, il modello dichiarativo coinvolto, l’elenco degli aiuti dichiarati non correttamente registrati e le istruzioni per procedere alla regolarizzazione. L’intento è facilitare la corretta compilazione e la risoluzione tempestiva delle anomalie riscontrate. Un punto critico evidenziato dall’Agenzia riguarda l’uso improprio del cosiddetto codice residuo 999, impiegato nel campo “Codice aiuto” del prospetto dedicato agli aiuti di Stato. Questo codice dovrebbe essere utilizzato unicamente in casi eccezionali, ossia per aiuti fiscali automatici non presenti nella tabella ufficiale predisposta dall’Agenzia delle Entrate.
Tuttavia, l’uso errato di questo codice è stato frequente, causando problemi nella registrazione e necessitando successivamente di correzioni. Nel dettaglio, quando il codice 999 è stato inserito per un aiuto che è invece presente nella tabella ufficiale, è indispensabile presentare una dichiarazione integrativa per rettificare l’errore. Se il codice è stato utilizzato per un’agevolazione concessa da un ente diverso o per un contributo non riconducibile agli aiuti di Stato, sarà necessario valutare l’opportunità di continuare a utilizzarlo nelle dichiarazioni future, evitando duplicazioni o segnalazioni errate.

Per i contribuenti che ricevono una lettera di compliance e si rendono conto di aver commesso errori nella compilazione delle sezioni relative agli aiuti di Stato, la prassi prevede la presentazione di una dichiarazione integrativa. Tale documento deve riportare correttamente i dati mancanti o errati, inclusi elementi quali il codice ATECO, la regione, il comune, il settore di attività, la dimensione d’impresa e la tipologia dei costi sostenuti.
Una volta effettuate le correzioni, gli aiuti dichiarati verranno registrati correttamente nei sistemi pubblici RNA, SIAN o SIPA, ma l’aggiornamento avverrà solo nell’anno successivo alla presentazione della dichiarazione integrativa. Nel caso in cui l’agevolazione sia stata percepita senza averne il diritto (ad esempio a seguito di verifiche che ne hanno escluso la spettanza), il contribuente dovrà procedere alla restituzione della somma, maggiorata degli interessi previsti dalla normativa vigente.
È inoltre possibile avvalersi del ravvedimento operoso, che consente di sanare la propria posizione versando le sanzioni in misura ridotta. Tuttavia, è importante sottolineare che le regole applicabili per il ravvedimento restano quelle antecedenti alle modifiche introdotte dal Decreto Legislativo n. 87 del 14 giugno 2024. Ciò implica una valutazione attenta da parte dei contribuenti per evitare contestazioni future e per garantire una regolarizzazione efficace e tempestiva.