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Acqua minerale, questa è pericolosa per la tua salute: quali organi vengono compromessi se esageri

Attenzione all’acqua minerale: come scegliere quella giusta per tutelare la salute dei reni e quale invece è da evitare.

La scelta dell’acqua minerale che consumiamo quotidianamente può avere un impatto significativo sulla salute dei nostri reni, un organo particolarmente sensibile a determinati componenti minerali. Non tutta l’acqua minerale è uguale e alcune varietà possono addirittura mettere a rischio il corretto funzionamento renale, soprattutto se consumate senza cognizione di causa.

Quali acque minerali scegliere per proteggere i reni

In occasione della recente Giornata Mondiale dell’Acqua, l’attenzione si è focalizzata non solo sull’importanza dell’accesso all’acqua potabile, ma anche sulla qualità di quella che scegliamo per il nostro consumo quotidiano. Un parametro fondamentale da valutare è il residuo fisso, ossia la quantità di sali minerali e oligoelementi che rimane dopo l’evaporazione di un litro d’acqua.

Secondo il nutrizionista Adrian Vornicu, un residuo fisso inferiore a 100 mg/l indica un’acqua “leggera”, ideale per essere bevuta tra i pasti. Questo tipo di acqua aiuta a depurare l’organismo, stimolando la diuresi e favorendo il benessere del sistema urinario senza sovraccaricare i reni. Al contrario, un’acqua con un residuo fisso elevato, ovvero ricca di sali minerali, può rappresentare un carico eccessivo per i reni, soprattutto per chi soffre di patologie renali o è predisposto a tali disturbi.

Bere quotidianamente acqua con un residuo fisso alto può portare, nel tempo, a complicanze renali gravi, che spesso si manifestano solo in fase avanzata, a volte con sintomi improvvisi e ricoveri in terapia intensiva.

Per orientare i consumatori verso scelte più consapevoli, è importante leggere attentamente l’etichetta delle bottiglie, dove per legge deve essere indicato il valore del residuo fisso. Tra le acque minerali più leggere e consigliate in Italia troviamo:

acqua minerale pericolosa per la salute renale
Caratteristiche delle acque minerali e rischi per la salute renale – altaformazionemusicale.it
  • Acqua Lauretana con un residuo fisso di circa 14 mg/l
  • Acqua Eva con 45 mg/l
  • Acqua Sant’Anna, che varia tra 22 e 44 mg/l

Queste acque, con un basso contenuto di minerali, sono particolarmente indicate per chi desidera mantenere un buon equilibrio idrico senza appesantire i reni. Sono ideali soprattutto per il consumo quotidiano e tra i pasti, favorendo una migliore idratazione e un supporto naturale alla funzione renale.

Dall’altra parte, alcune acque molto mineralizzate, come Acqua Ferrarelle (circa 1290 mg/l) o Acqua Lete (860 mg/l), seppur adatte per esigenze specifiche – come il reintegro di sali persi durante l’attività fisica intensa – non sono consigliate per un consumo abituale senza indicazioni mediche.

Il residuo fisso: classificazione e implicazioni per la salute

Il residuo fisso consente di classificare le acque minerali in diverse categorie:

  • Minimamente mineralizzate (<50 mg/l): favoriscono la diuresi e sono indicate per chi ha problemi renali o necessita di un’acqua molto leggera.
  • Oligominerali (50-500 mg/l): adatte all’idratazione quotidiana, con un contenuto equilibrato di minerali.
  • Medio minerali (500-1500 mg/l): utili per sportivi o chi necessita di reintegro minerale.
  • Ricche di sali minerali (>1500 mg/l): generalmente utilizzate a scopo terapeutico sotto controllo medico.

Il nutrizionista Vornicu sottolinea che bere acqua leggera tra i pasti contribuisce a un’efficace depurazione dell’organismo, mentre le acque più mineralizzate dovrebbero essere assunte con attenzione e secondo necessità specifiche.

Nonostante la comune convinzione che tutte le acque minerali siano salutari, la realtà è più complessa. Una scelta errata può causare danni silenziosi ai reni, che si manifestano solo quando la situazione è già compromessa. Per questo motivo, è fondamentale informarsi e leggere le etichette, privilegiando acque con residuo fisso basso per l’uso quotidiano.

L’attenzione verso la qualità dell’acqua diventa parte integrante di uno stile di vita sano, accanto a una corretta alimentazione e all’attività fisica. In caso di patologie renali o altre condizioni di salute, è consigliabile rivolgersi a un medico o a un nutrizionista prima di modificare le abitudini di consumo dell’acqua minerale.

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