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Willie Peyote torna a Torino con un concerto che celebra la sua musica

A quasi un mese dall’uscita del suo nuovo album, Sulla Riva del Fiume, il cantautore torinese Willie Peyote, originario di Leini, sta vivendo un momento di grande successo. Questo progetto musicale rappresenta un ritorno alle origini, essendo stato registrato in presa diretta con la sua band, senza sovrastrutture, per riscoprire il piacere della musica suonata dal vivo. L’album segna anche la conclusione della Trilogia Sabauda, iniziata con Educazione Sabauda nel 2015 e proseguita con Sindrome di Tôret nel 2017. In diverse interviste, tra cui quelle rilasciate a RTL 102.5 e Radio Zeta, Peyote ha spiegato come questa nuova opera sia stata concepita per essere vissuta dal pubblico durante i concerti.

Il festival di sanremo 2025 e l’energia del pubblico

La sua partecipazione al Festival di Sanremo 2025 ha rappresentato un’esperienza sorprendente per Willie Peyote. Affrontando l’avventura con una leggerezza inaspettata, il suo brano Grazie ma no grazie ha raggiunto il pubblico in modo diretto, senza filtri, caratterizzato dal sarcasmo che lo contraddistingue. Willie ha raccontato di aver ricevuto un grande affetto dal pubblico, descrivendo come sia stato travolto dall’energia di chi ha colto e fatto proprio il suo messaggio. La collaborazione con i Jalisse è stata un altro momento significativo, trasformando un’idea inizialmente giocosa in qualcosa di speciale. Con un sorriso, il cantautore ha sottolineato il grande senso dell’umorismo del duo, affermando che la loro citazione ha suscitato ilarità anche in Amadeus, il conduttore del festival.

Il significato di sulla riva del fiume

Il nuovo album, Sulla Riva del Fiume, è stato progettato per avere una lunga vita, essendo stato pubblicato a tappe per evitare che venisse consumato troppo in fretta. Il titolo gioca su rimandi significativi: da un lato richiama l’antica massima che invita a “aspettare il passaggio del cadavere del nemico”, dall’altro è un omaggio ai Murazzi del Po, il cuore pulsante della musica torinese. Con questo titolo, Peyote invita a non indugiare troppo, a non perdersi nell’attesa infinita di qualcosa che potrebbe non arrivare mai.

La spontaneità e l’energia del nuovo lavoro

In questo progetto, Willie Peyote ha deciso di abbandonare il rigore concettuale, lasciando spazio alla spontaneità. Ha dichiarato di voler creare musica che gli piacesse scrivere, suonare e ascoltare. Il risultato è un album vibrante, influenzato dal tour e dall’energia del palco, con riferimenti a artisti come Paolo Conte, Arctic Monkeys e Amy Winehouse. Le canzoni sono state sviluppate in sala prove, senza filtri, proprio come accadeva un tempo, quando la musica veniva costruita passo dopo passo. Willie ha raccontato che i brani sono stati provati come se dovessero essere portati in tour, e in studio hanno preso forma in modo naturale.

Il legame con torino

Torino non è solo uno sfondo nelle canzoni di Willie Peyote, ma un elemento centrale. Il cantautore non ha mai sentito il bisogno di allontanarsi dalla sua città, descrivendola come un luogo che offre accoglienza e calore, molto più di quanto venga percepito all’esterno. Secondo lui, Torino è una città che sa essere dura ma anche dolce, capace di conquistare con discrezione. Willie ha sempre trovato in essa il suo equilibrio, il suo spazio di partenza e di ritorno.

Ora, con un nuovo tour già in programma, l’artista è pronto a portare le sue nuove canzoni sul palco. Ha espresso la volontà di viaggiare in furgone, come ai tempi di suo padre, sottolineando l’importanza della collettività e della condivisione. Il suo disco è stato concepito per essere suonato dal vivo, e la sua urgenza di portarlo in giro è palpabile. Willie Peyote continua a raccontare la realtà con il suo stile unico, mescolando sarcasmo, poesia e un’ironia incisiva che colpisce sempre nel segno.

Cristina Battini

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