Gio Evan si muove tra **linguaggi** e **forme artistiche** con una **fluidità sorprendente**. Dopo aver trascorso mesi immerso nella **natura selvaggia** dell’**Amazzonia**, del **Perù** e della **Thailandia**, l’artista torna con nuove **creazioni**. Il 21 marzo 2025, il suo **singolo** ‘Turno di notte’ emerge come un **faro di riflessione** sulla **memoria** e il **tempo**, dedicato a sua **madre**, una figura centrale nella sua vita. Per Gio Evan, la madre rappresenta un “**varco ancestrale**” che lo connette al **cielo**, un legame che va oltre la semplice **assenza**. “È stata la prima ad andarsene dalla **Terra**”, racconta l’artista a **LaPresse**, evidenziando la sua visione di un **passato** che si intreccia con il **futuro**.
Il **brano** si presenta come un “**album di famiglia**” in forma musicale, un “**albero genealogico**” che racchiude le **radici** della sua **storia**. “C’è chi va e c’è chi torna”, aggiunge, sottolineando l’importanza di preservare ogni **pezzo** della propria **identità**.
Gio Evan non si limita alla **musica**; il suo **impegno artistico** si estende anche al **teatro**. In autunno, presenterà ‘L’affine del mondo’, un **tour teatrale** che rappresenta una risposta ai **conflitti contemporanei**. L’artista propone l’idea di **affinità** come fondamento per la creazione di **comunità**. “L’affinità è il primo **patto** per creare un insieme”, afferma, evidenziando l’importanza della **sintonia** nelle **relazioni umane**.
La sua **preoccupazione** per i **conflitti globali** è palpabile: “Mi destabilizzano, mi affliggono. È un’apocalisse”. Tuttavia, Gio Evan non cerca di salvare il mondo intero, ma si concentra su ciò che ci circonda: “Abbiamo bisogno di salvare l’**intorno**, quei tre metri oltre il nostro **corpo**”. Il suo **spettacolo** sarà un mix di **poesia**, **fisica quantistica**, **stand-up comedy** e **musica**, un **viaggio** che invita il pubblico a esplorare **territori** dell’**immaginazione** spesso trascurati dalla **quotidianità**. “Mi piace che la gente esca dal **teatro** dicendo: ho visto qualcosa che devo necessariamente rivedere”, conclude.
‘Le chiamava **persone medicina**’ è il titolo del suo ultimo **romanzo**, in uscita nei primi giorni di aprile 2025. Questa **opera** narra la **storia** di **Marelargo**, un bambino di undici anni che trova **rifugio** dalla **nonna** in **montagna**. L’autore descrive la sua **opera** come una riflessione sull’importanza dell’**invisibile**, un tema centrale nel **racconto**. Marelargo, fragile e vulnerabile, trova nella **montagna** un luogo di **ricostruzione** e **guarigione**. La nonna diventa la sua **guida**, incarnando la **saggezza** e i **valori** della **vita semplice**.
Gio Evan, che si è sempre considerato un “**poeta**, **cantautore**, **performer** e **filosofo di strada**”, attribuisce la sua **urgenza creativa** alla **noia** che prova quando è fermo. “Se sto a casa leggo molto e scrivo poco”, spiega, rivelando la sua continua ricerca di **esperienze significative**. Recentemente, ha trascorso del tempo con una **tribù** che ha avuto contatti con il **mondo occidentale** solo negli anni ’60. Il suo nome d’arte, Gio Evan, è emerso durante i suoi **viaggi** in **bicicletta** attraverso **India**, **Sud America** ed **Europa**, un’identità che racchiude la sua **essenza errante**.
Dopo aver attraversato **paesaggi variegati** e **culture** diverse, la domanda su un possibile **ritorno** a **Sanremo** è inevitabile. Con un sorriso, Gio Evan risponde: “Se faccio il **pezzo** giusto, perché no?”. L’artista, originario di **Molfetta** e classe 1988, ricorda la sua prima esperienza al **festival** nel 2021 con il **brano** ‘Arnica’. “Non avevo mai avuto la **televisione**, ero sempre in **viaggio**”, confessa, descrivendo **Sanremo** come un’esperienza **surreale** che non ha mai davvero abitato. “Ero **impreparato**, ma ora che so come funziona, mi piacerebbe ritornarci”, conclude, lasciando aperta la possibilità di un nuovo **capitolo** nella sua **carriera musicale**.
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