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Brian Eno e la musica generativa: un precursore dell’intelligenza artificiale

Brian Eno ha fatto un ritorno sorprendente nel panorama musicale con il suo nuovo album, intitolato “Aurum”, rilasciato venerdì 21 marzo 2025 in esclusiva su Apple Music. Questo rappresenta il primo lavoro da solista dell’artista britannico dopo un intervallo di tre anni. L’album è composto da undici tracce di musica ambient, per una durata totale di settanta minuti, ed è stato concepito specificamente per l’audio spaziale, un formato che permette un’esperienza d’ascolto immersiva.

La genesi di “Aurum” è legata a una collaborazione con Apple Music, dove Eno conduce un programma radiofonico dal dicembre 2024 dedicato a una “musica dark, calma e difficile da catalogare”. Ogni episodio del programma ha visto la presentazione di una nuova composizione, tutte confluite poi nell’album. A supporto della pubblicazione, Eno ha partecipato a un video girato nel suo studio insieme a Zane Lowe, noto conduttore di Apple Music Radio, nel quale ha condiviso dettagli sul suo processo creativo e sul suo archivio musicale.

La musica generativa di Brian Eno

Nel video, Eno ha mostrato il suo vasto archivio musicale, contenente circa 10.550 brani, che corrispondono a oltre 44 giorni di musica. Ha spiegato di utilizzare un software che genera composizioni uniche combinando questi brani in modi imprevedibili. “Ogni volta che clicco, si crea un nuovo pezzo musicale, una combinazione casuale dei miei quasi 11.000 brani. Posso affermare con certezza che non ho mai ascoltato questa composizione prima”, ha dichiarato l’artista.

Questa tecnica sembra imitare alcuni meccanismi creativi dell’intelligenza artificiale, utilizzando pattern automatizzati per generare musica. Tuttavia, Eno lavora a queste forme artistiche insieme a Peter Chilvers da quasi vent’anni. Recentemente, è stato rilasciato il singolo “Bloom: Living World”, che utilizza un’applicazione per iPhone, Bloom, pubblicata nel 2008. Gli utenti forniscono input sul touch screen, mentre il software elabora automaticamente suoni e animazioni, creando un’esperienza musicale potenzialmente infinita. Eno sottolinea che il suo approccio alla musica è simile a un gioco, un modo per esplorare nuove possibilità.

Il problema con l’intelligenza artificiale

Durante la conversazione con Lowe, Eno ha toccato il tema dell’intelligenza artificiale e del suo impatto sulla musica. Ha espresso preoccupazioni riguardo al controllo dell’AI e alla mancanza di diversità nel settore. “Il problema principale non è l’intelligenza artificiale in sé, ma il fatto che sia gestita da un numero limitato di persone”, ha affermato. Secondo Eno, i social media sono stati progettati per massimizzare il coinvolgimento piuttosto che per garantire il benessere degli utenti.

Per Eno, la tecnologia dovrebbe essere utilizzata per generare nuove opportunità, piuttosto che per replicare schemi esistenti. Ha citato il caso della distorsione nella musica, un elemento che ha contribuito a rendere la musica pop così avvincente. L’arte generativa, secondo l’artista, non è un semplice processo automatico, ma richiede una selezione attenta delle sorgenti sonore e delle regole che governano il processo creativo. “Il sistema non produce nulla di interessante senza input di qualità”, ha osservato, evidenziando l’importanza del lavoro di filtraggio.

La produzione di Brian Eno

Negli ultimi anni, Brian Eno ha continuato a essere attivo nel panorama musicale. Il suo ultimo album prima di “Aurum” è stato “ForeverAndEverNoMore”, pubblicato nel 2022, seguito da un remix strumentale. Nel 2023, ha collaborato con Fred Again. per l’album “Secret Life” e ha composto la colonna sonora del documentario “Eno” nel 2024. Recentemente, ha recuperato materiale dal suo vasto archivio, realizzando progetti come “77 Million Paintings” e “Bloom: Living World”, disponibile in diverse versioni.

Sebbene non abbia discusso esplicitamente di “Aurum” durante l’intervista con Zane Lowe, è lecito supporre che l’album rappresenti un’evoluzione della sua concezione di musica ambient, sviluppata nel corso di cinquant’anni. Questo lavoro può essere ascoltato come una semplice tappezzeria sonora o con attenzione, rivelando idee e suoni unici. “Aurum” non si presenta come un’opera rivoluzionaria, ma conferma il ruolo di Eno come una delle figure più innovative nel panorama musicale contemporaneo.

Luisa Bindi

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