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Laura Angiulli presenta a Napoli: «Dal teatro al cinema, un racconto di amori molesti»

Il lungometraggio “Io ti conosco”, diretto da Laura Angiulli, si presenta come un’opera densa di silenzi e ombre, un viaggio attraverso la complessità delle relazioni umane e la violenza latente che può manifestarsi in esse. Questo film, che esce oggi, il 6 marzo 2025, è stato presentato in anteprima presso il Filangieri, dopo essere stato mostrato al Festival di Spello. La regista, nota per il suo lavoro nel teatro, in particolare per le sue interpretazioni di Shakespeare e come cofondatrice della Galleria Toledo, affronta in questo film tematiche di grande attualità, come il femminicidio.

Il messaggio del film

Laura Angiulli descrive il suo lavoro come un film indipendente, caratterizzato da un tono aspro e amaro. La regista sottolinea l’importanza di riflettere sulla violenza di genere, invitando il pubblico a considerare le conseguenze devastanti che tali atti possono avere, in particolare sui bambini e sulle famiglie coinvolte. “Io lo mostrerei a chiunque covi l’odio sufficiente a far del male o a uccidere il partner”, afferma Angiulli, evidenziando la necessità di comprendere il dolore che si cela dietro a questi gesti estremi.

La protagonista e il cast

La protagonista del film è Nina, interpretata da Sara Drago, attrice conosciuta per i suoi ruoli in “Call my agent Italia” e “Imma Tataranni”. Angiulli ha scelto Drago per la sua capacità di rappresentare una donna sensibile e autentica, lontana da qualsiasi ostentazione. Accanto a lei, nel cast, ci sono Ludovico Fededegni, Alessandra D’Elia, Gennaro Di Colandrea e Agostino Chiummariello. La sceneggiatura e la regia sono firmate dalla stessa Angiulli, mentre la fotografia è curata da Cesare Accetta.

La trama e i temi trattati

Il film racconta la storia di Nina, una donna che vive in una condizione di apparente normalità con il marito Giulio, ma che si sente trascurata e desidera un’attenzione totale da parte sua. La tensione nella coppia cresce fino a culminare nella scomparsa di Giulio, che non torna da una gita in barca. Questa situazione segna l’inizio di un percorso doloroso per Nina, la quale, dopo la perdita, incontra un nuovo uomo, Francesco, che le ricorda il marito. Tuttavia, il trauma vissuto da Nina, testimone di un omicidio-suicidio perpetrato dal padre nei confronti della madre, la rende incapace di instaurare legami affettivi sani.

Angiulli esplora come l’assenza di un apprendimento affettivo durante l’infanzia possa influenzare le relazioni adulte. Nina, priva di esperienze formative, si trova a dover affrontare la sua incapacità di gestire i rapporti interpersonali, desiderando ardentemente di essere amata senza riuscire a costruire un legame autentico. La regista pone al centro della narrazione la domanda su come si impari ad amare, sottolineando l’importanza delle figure genitoriali e delle esperienze scolastiche nel processo di socializzazione.

Le origini del progetto

La genesi del film affonda le radici in una ricerca condotta da Angiulli su donne vittime di violenza, un progetto nato per un teatro di Bruxelles. Le esperienze quotidiane e le storie di vita vissuta nel contesto del suo teatro, la Galleria Toledo, hanno alimentato la sua indignazione e il desiderio di raccontare una realtà spesso ignorata. “La serenità degli adulti dipende da quella vissuta nell’infanzia”, afferma Angiulli, evidenziando l’importanza di affrontare le problematiche legate alla violenza di genere attraverso il cinema.

Un’opera di riflessione

Con “Io ti conosco”, Angiulli si propone di offrire uno strumento di riflessione e confronto, un’opera che invita il pubblico a guardarsi dentro e a considerare le dinamiche relazionali che possono sfociare in tragedia. La regista è pronta a accompagnare il film in ogni proiezione, convinta che possa fungere da specchio per il pubblico, stimolando una profonda introspezione e consapevolezza.

Amalia Sisto

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