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La serie Adolescence su Netflix provoca dibattiti nel Regno Unito, Starmer propone di mostrarla nelle scuole

La miniserie Adolescence, disponibile su Netflix dal 13 marzo 2025, ha suscitato un acceso dibattito nel Regno Unito a seguito della sua trama inquietante, che narra la storia di un tredicenne britannico coinvolto in un femminicidio. Il primo ministro Keir Starmer, dopo aver visionato la serie insieme ai propri figli, ha proposto di includerla nei programmi scolastici come strumento per affrontare il tema della mascolinità tossica. Secondo Starmer, la serie mette in evidenza l’influenza negativa di “influencer manipolatori e cinici” che allontanano i giovani da modelli positivi.

Il successo di Adolescence su Netflix

In soli sette giorni dalla sua uscita, Adolescence è diventata un vero e proprio fenomeno nel Regno Unito, accumulando 6,9 milioni di visualizzazioni. Questo risultato ha superato anche titoli di successo come Fool Me Once e Baby Reindeer. Nonostante non possa vantare un cast di star internazionali o effetti speciali strabilianti, la serie si distingue per la sua narrazione cruda e diretta, affrontando la delicata tematica della radicalizzazione maschile giovanile attraverso il web.

La scelta di una narrazione asciutta e senza fronzoli ha colpito il pubblico, rendendo la serie un punto di riferimento per chi desidera esplorare le problematiche legate all’influenza digitale sui giovani. La sua capacità di affrontare temi complessi senza cercare la facile emozione ha contribuito al suo successo, spingendo la discussione su questioni di rilevanza sociale e culturale.

La trama della serie

Adolescence è composta da quattro episodi, tutti girati in un unico piano sequenza, e segue la storia di Jamie, un tredicenne arrestato per l’omicidio di una compagna di scuola. Tuttavia, il fulcro narrativo non è tanto l’atto criminoso quanto le dinamiche sociali e psicologiche che lo hanno preceduto. La serie si addentra nel mondo di certi adolescenti, mostrando come possano essere influenzati dalla manosfera, un insieme di comunità online caratterizzate da atteggiamenti misogini, e da figure tossiche come gli Incel e personaggi simili ad Andrew Tate.

Attraverso una narrazione intensa e coinvolgente, Adolescence riesce a mettere in luce le fragilità e le vulnerabilità dei suoi protagonisti, evidenziando il rischio che corrono i giovani di cadere nelle trappole di ideologie dannose. La serie invita a riflettere su come il contesto sociale e le influenze esterne possano plasmare le scelte di vita degli adolescenti.

Starmer e la proiezione nelle scuole

La miniserie ha attirato l’attenzione del primo ministro britannico Sir Keir Starmer, che ha espresso le sue preoccupazioni riguardo all’impatto che modelli tossici e comportamenti inappropriati possono avere sui giovani. In un’intervista rilasciata alla Bbc, Starmer ha dichiarato di aver visto la serie con i suoi figli e ha proposto di portarla nelle scuole per affrontare il tema della mascolinità tossica e dei pericoli della radicalizzazione online.

Questa proposta si inserisce in un contesto più ampio di sensibilizzazione e prevenzione, volto a educare i giovani sui rischi legati all’uso di internet e all’esposizione a contenuti dannosi. Starmer ha sottolineato l’importanza di fornire ai ragazzi strumenti per riconoscere e contrastare tali influenze.

L’obiettivo: prevenzione e consapevolezza

Gli autori della serie, Jack Thorne e Stephen Graham, hanno dichiarato di voler stimolare un dibattito pubblico e politico su temi cruciali. Il personaggio di Jamie è stato costruito attorno all’isolamento sociale, alla ricerca di risposte e alla fascinazione per teorie che, seppur tossiche, sembrano riempire un vuoto esistenziale.

Il messaggio centrale della serie ruota attorno all’importanza dell’educazione emotiva, alla capacità di riconoscere i segnali di radicalizzazione e alla necessità di modelli positivi. Adolescence non cerca il pathos, ma invita a una riflessione profonda, mostrando in modo realistico le fragilità di un adolescente e l’impatto devastante di un mondo digitale privo di filtri e di empatia.

Cristina Battini

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